venerdì 9 agosto 2013

Kizumonogatari [novel ita] - 002, parte 2







Current Mood: hype bc of digimon
Listening to: LEVI LEVI - Mc Petra & Hani-G


HOLA MY TOMODACHIS (???), ecco la seconda parte del capitolo 002 di Kizumonogatari. La Hanekawa è una patata. Koyomi invece è scemo come al solito. Ma bando alle ciance e agli sproloqui inutili, vi lascio al capitolo!


Kizumonogatari - 002


“Credi nei vampiri, Araragi-kun?”
  

"............"
Stavo pensando, Di che diavolo sta parlando?
E il momento successivo capii.
Ma certo, si sentiva ancora in imbarazzo per il fatto che le avevo visto le mutandine, nonostante l’atmosfera pacifica.
Era abbastanza ovvio.
Io non ero certamente famoso, tuttavia Hanekawa sapeva delle cose su di me—aveva persino cercato di fare un’analisi delle mie relazioni sociali (cioè che non avevo amici).
Sicuramente non deve aver sentito pettegolezzi confortanti.
In quel caso, avermi permesso di osservare il suo intimo in maniera così accurata, tenendo presente che lei è una studentessa modello…no, non sarebbe strano chiamarlo un errore l’avermi lasciato vederlo per caso.
Ed è questo il motivo per cui mi aveva raggiunto per seguirmi, suppongo.
Quindi, il suo piano è quello di lasciarmi impresso nella memoria non il fatto che dopo aver visto le sue mutandine, ci siamo separati subito rapidamente, ma piuttosto che mi ha raggiunto e che abbiamo parlato.
Hmph.
Sei ingenua, studentessa modello.
I miei ricordi di quello non svaniranno, anche se tiri in ballo un argomento strano come quello dei vampiri.
“Vampiri? Perché?”
Beh, siccome si sarebbe sentita soddisfatta, decisi di parlare dell’argomento che voleva lei. Non era un grande  sforzo da parte mia, considerato che mi aveva mostrato le mutandine.
“Beh, di recente, ho sentito dei pettegolezzi. Ad esempio, che c’è un vampiro in città, e che quindi è meglio non andare in giro da soli di notte.”
“È abbastanza vago…e per di più, è un pettegolezzo davvero poco credibile.”
Le diedi la mia onesta opinione a riguardo.
“Perché un vampiro dovrebbe venire in una città di periferia come questa?”
“Non lo so.”
“Un vampiro è un demone straniero, no?”
“Penso che tu abbia colto un significato errato chiamandolo ‘demone’.”
“Se si parla di un vampiro vero, non credo che il problema possa essere risolto andando in giro con dieci persone, giusto?”
“Beh, è ovvio!”
Ahaha, Hanekawa rise.
Che modo spensierato di ridere.
….la mia immagine di lei era leggermente diversa.
Mi ha messo abbastanza a disagio per un po’.
Siccome è una studentessa modello e una rappresentante di classe fino al midollo, mi aspettavo che avesse una personalità più raffinata.
Invece è amichevole, il che è strano.
“Ma, sai, ci sono un sacco di testimoni oculari.”
“Testimoni? Interessante. Magari sono stati comprati da denaro e cose del genere, e quindi?”
“Beh, non c’entra niente il denaro e altre cose così.”
Hanekawa disse che era un pettegolezzo diffuso tra le ragazze.
“Non si tratta solo delle ragazze a scuola— tutte le ragazze che percorrono questa strada parlano molto di questa cosa. Sebbene dovrei sottolineare che è stato diffuso solo da ragazze.”
“Un pettegolezzo tra le ragazze…mi sembra di aver già sentito una storia simile prima d’ora.”
Comunque, un vampiro?
Questa diceria dura da parecchio tempo, no?
“Dicono che sia una donna bellissima, con i capelli biondi—una donna con occhi che ti gelano la spina dorsale.”
“Sono dettagli decisamente concreti. Ma non si può essere sicuri che sia un vampiro solo da questo, no? Magari è una persona normale, solo che avendo i capelli biondi viene notata di più?”
Dopotutto, eravamo nei sobborghi di una città di periferia.
Agli estremi della città.
Non riuscireste a incontrare nessuno che non abbia capelli castani.
“Ma…”
Hanekawa continuò.
“Ho sentito che i suoi lunghi—capelli biondi riflettono le luci dei lampioni.”
“Capisco…”
Un vampiro.
Se ascoltate attentamente, avrete la sensazione di essere entrati in un mondo antico, ma nemmeno io so i dettagli dietro tutto ciò. Comunque, se pensate a loro, c’è solo una cosa che tutti sanno—e cioè che non possono avere un’ombra.
Perché sono deboli contro il sole.
Comunque, era notte.
Si può giudicare male qualcuno solo perché un lampione gli lampeggia sopra—piuttosto, non suona come una bugia, usare come ambientazione un lampione in strada?
Suonava fin troppo come una bugia, sembrava troppo semplice.
“Beh, come vuoi.”
Sebbene avessi detto una cosa così poco raffinata, non era per offendere Hanekawa, davvero, ma piuttosto era il mio modo per esprimere il mio accordo con lei.
Ero bravo a parlare, tanto quanto lo ero ad ascoltare.
“Già, sembra un pettegolezzo davvero stupido. Ma è grazie a quello che sempre meno ragazze vanno in giro da sole di notte, quindi suppongo che sia per il bene dell’ordine pubblico.”
“Beh, sì, potrebbe anche essere così.”
“Ma, sai,”
Hanekawa abbassò leggermente il tono della voce.
“Se ci fosse un vampiro, mi piacerebbe incontrarlo.”
“…perché?”
E dai.
La mia premonizione potrebbe essere sbagliata.
Certamente, sta usando una conversazione talmente stupida per rimuovere dalla mia memoria le sue mutandine—eppure il modo di parlare di Hanekawa sembra fin troppo onesto.
Oltretutto, pensandoci bene, dire ad un ragazzo come me, vestito ancora con l’uniforme della scuola, che si trattava di ‘un pettegolezzo tra sole ragazze’ era piuttosto strano.
“Moriresti se bevesse il tuo sangue, sai?”
“Beh, non voglio morire. Vediamo, forse non lo voglio davvero incontrare. Ma suppongo che sarebbe bello se—un’esistenza talmente superiore alla razza umana fosse qui in giro.”
“Superiore alla razza umana, come una divinità?”
“Non deve trattarsi per forza di una divinità.”
Hanekawa rimase in silenzio per un po’, come se cercasse di trovare le parole adatte. E poi finalmente,
"In quel caso, niente sarebbe più lo stesso, giusto?", disse.
E poi, improvvisamente,
il semaforo diventò verde.
Ma né io, né Hanekawa ci muovemmo.
Eravamo piantati lì.
Non riuscivo a capire se quello che Hanekawa stava dicendo fosse una sciocchezza, o se era davvero ciò che voleva dire—sembrava che le due cose fossero interconnesse.
“Oddio, mi dispiace!”
Mi rivolse un’occhiata dicendolo in fretta, mentre io pensavo profondamente.
“Araragi-kun, è davvero facile parlare con te. Nonostante suoni come un lapsus linguae, sono sicura di averti detto qualcosa di un po’ strano.”
“Ah…no, è ok. Non è nulla.”
“È davvero strano il fatto che sia così facile parlare con te, eppure tu non abbia amici. Perché non stringi amicizia?”, mi chiese lei direttamente.
Probabilmente non aveva cattive intenzioni.
Non è che non faccio amicizia, piuttosto è che non ho amici, ma persino io esitai a rispondere in quel modo.
Ed è per questo…che per il momento risposi così.
“È perché non sono bravo a fare amicizia.”
“…eh?”
Hanekawa mi guardò stranita.
“Mi dispiace, ma credo di non capire.”
“Beh…vedi, è più o meno così.”
Oh cavolo.
Non andrà a finire bene.
“Ecco, se avessi degli amici, dovrei preoccuparmi di loro, giusto? Se i miei amici venissero feriti, lo stesso succederebbe a me, e se loro fossero tristi, allora anche io lo sarei. Mettendola in questo modo, questi punti deboli  si moltiplicano. E tutto ciò indebolirebbe un essere umano.”
“…Ma se loro si divertono, allora ti divertiresti anche te, e se loro fossero felici, lo saresti anche tu, quindi come la mettiamo? I punti deboli si moltiplicano, ma anche quelli positivi, no?”
“Beh…”
Scossi la testa.
“Sono invidioso quando vedo degli amici divertirsi e sono geloso quando degli amici sono felici.”
“…Gli esseri umani sono semplici.”, disse Hanekawa fermamente.
Dammi tregua.
“Anche se fosse come la metti te, allora la somma sarebbe zero, no? Non importa se hai amici oppure no. In realtà, ci sono moltissime cose negative a questo mondo…quindi alla fine il risultato non sarebbe comunque negativo?”
“Non dire qualcosa di così sofisticato.”
Volevo rifiutare il fatto che lei dicesse che ero un tipo col quale era facile parlare.
Hanekawa l’aveva messa in quel modo.
Credo che spendemmo fin troppo tempo su quell’argomento—beh, chi se ne importa.
Non si poteva comunque sciogliere quell’incomprensione velocemente.
“Vedi, vorrei essere un vegetale, tipo dell’insalata.”
“Un vegetale?”
“Non dovrei parlare, né camminare.”
“Mmh…”
Per ora, Hanekawa annuii.
“Ma è comunque voler essere una cosa vivente, no?”
“Mmh…”
“Normalmente, dovresti dire che vorresti essere qualcosa di inorganico, come una pietra o un metallo.”
Sorprendentemente, sembrava che avesse scoperto qualcosa su di me.
All’inizio io avevo intenzione di dire di voler essere della verdura, ma chi avrebbe mai pensato che sarei stato respinto nello spostare l’argomento verso quella direzione?
Mmh.
Capisco—inorganico, eh?
Certo, le verdure sono cose viventi.
“Adesso vado in biblioteca.”
“Mmh?”
“Mi sento come se dovessi andare là ora, ed è tutto merito tuo, Araragi-kun.”
“…”
Come diavolo funzionano le sue sinapsi del pensiero, esattamente?
Beh, comunque aveva detto che stava andando a casa, o qualcosa del genere—quindi probabilmente non aveva dei piani precisi su cosa fare. Aveva semplicemente del tempo libero, proprio come me, quindi aveva intenzione di farlo passare girando nei dintorni della scuola o andando il biblioteca?
Questo potrebbe essere il muro tra noi reietti e gli studenti onorari come lei.
“Domani la biblioteca sarà chiusa siccome è Domenica, quindi devo andarci oggi.”
“Mmh.”
“Vuoi venire anche te, Araragi-kun?”
“Perché?”
Sorrisi amaramente.
Una biblioteca.
Non sapevo che ci fosse una cosa del genere nella nostra città.
“Cos’hai intenzione di fare una volta arrivata là?”
“Beh, studiare, no?”
“Beh, se lo dici tu…”
Questa volta sono io quello a esitare.
“Sfortunatamente, io non sono meritevole di essere premiato per qualcosa come lo studiare da soli quando non ci sono compiti da svolgere durante la pausa primaverile.”
“Ma il prossimo anno avremo gli esami, no?”
“Esami, quello che vuoi… ho paura di essere promosso. È un po’ troppo tardi pensarci adesso, comunque. Dovrei almeno cercare di non arrivare in classe in ritardo l’anno prossimo.”
“…Mmh.”
Hanekawa—mormorò, in una maniera piuttosto annoiata.
Come se non volesse davvero che andassi con lei in biblioteca.
Ma Hanekawa non aggiunse altro.
Ci pensai su.
Per qualcuno come lei che non ha una personalità troppo raffinata, è piuttosto difficile da comprendere.
Il semaforo continuava a cambiare colore, dal verde al rosso.
Ora era verde.
Probabilmente era meglio dividerci nel momento in cui sarebbe diventato verde di nuovo, credo—almeno dovrebbe essere un tempismo quasi perfetto.
Anche Hanekawa la doveva star pensando in quel modo.
Non è una persona che non riesce a leggere tra le righe.
“Araragi-kun, hai un cellulare?”
“Ehm, un cellulare, certo.”
“Posso prenderlo in prestito un attimo?”
Dicendo così, protese la mano verso di me.
Non ero sicuro di cosa stesse cercando di fare, ma per ora feci come mi diceva, estrassi il mio telefono dalla borsa e lo porsi ad Hanekawa.
“Oh? È un nuovo modello.”
“Hanno cambiato il tipo di sistema di recente. È fin troppo per me, comunque; sono passati solo due anni e se ne sono usciti con un nuovo modello e adesso stanno già mettendo sul mercato tutto queste nuove app.”
“Non dire cose del genere che sei ancora giovane. Se continui così, quando invecchierai sarai escluso dalla nostra civiltà. Se non sei capace di usare gli oggetti digitali, non troverai mai soddisfazione nella vita di tutti i giorni.”
“Non ci posso fare nulla se andrà a finire così. Andrò a nascondermi tra le montagne. Poi, quando la civiltà andrà in rovina, ritornerò in questa città.”
“Quanto hai intenzione di vivere, scusa?”, chiese Hanekawa scioccata, chiedendosi se fossi immortale.
Nel momento in cui disse ciò, iniziò a smanettare col mio cellulare.
Una rappresentante di classe fino al midollo, praticamente l’essenza stessa dello studente onorario e, come ci si aspetterebbe da una studentessa, le sue dita erano ridicolmente veloci nel premere i tasti.
Non sono particolarmente preoccupato del fatto che lei veda le mie informazioni personali…ma insomma, non ficcare il naso nel telefono di una persona, okay?
O forse aveva dei dubbi, magari si stava chiedendo se non avessi per caso fatto una foto alla sua gonna con il cellulare.
Allora forse voleva controllare il mio telefono in lungo e in largo.
Vorrei spazzare via dei sospetti così disonorevoli.
In realtà, le ragazze si preoccupano sempre di un sacco di cose, che seccatura, vero? Se lei fosse stata un ragazzo e la zip dei suoi pantaloni fosse stata lasciata aperta, immagino che l’avremmo potuta chiamare un Sexy Commando.
…avrebbe un qualche senso?
“Tieni. Grazie.”
Hanekawa mi ridiede immediatamente il cellulare.
“Non ho quel genere di foto, okay?”
Detto ciò, Hanekawa, piegò la testa di lato.
“Eh? Foto?”
Eh?
Quindi stava guardando qualcos’altro?
Che diavolo stava facendo?
Mi stavo chiedendo se quel suo fare dubbioso non fosse stato tramandato in famiglia, mentre Hanekawa indicava il mio cellulare nella mia mano, dato che non l’avevo ancora rimesso nella borsa.
“Ho salvato il mio numero e la mia e-mail, lì.”
“Cosa?”
“Accidenti. Mi sa che ti sei fatto un amico!”
E quindi…
Prima che potessi dire qualcosa, Hanekawa attraversò la strada—il semaforo era tornato verde senza che me ne accorgessi.
Avevo pianificato di dividerci in quel modo, ma sembra che l’iniziativa l’avesse presa lei alla fine—eh? Non stava mica andando in biblioteca? No, aveva deciso di andare in biblioteca mentre parlava con me—immagino che non sarebbe stato strano se avesse già cambiato idea.
Hanekawa mi salutò con la ma dall’altro lato della strada, come per dire “Ci vediamo!”
Risposi di riflesso.
Una volta che si accertò che la stessi salutando di rimando (probabilmente come un idiota), Hanekawa girò sui tacchi, fece un cenno ai cancelli della scuola e si avviò camminando in un modo piuttosto divertente—nel momento in cui svoltò l’angolo, non la vidi più.
Per esserne sicuro, controllai il telefono.
Era proprio come aveva detto.
“Hanekawa Tsubasa” era registrato nella rubrica.
Il suo numero di telefono e la sua e-mail.
Non avevo mai usato la rubrica. Io mi ricordo tutti i numeri di cui ho bisogno a memoria—detto questo, la mia memoria non è un granché. Il meglio che riesco a fare è ricordare il numero di casa mia e quelli del cellulare dei miei genitori, quindi non è qualcosa di cui andare fieri. Ricordare quei numeri era sufficiente per fare e ricevere telefonare.
E poi, avevo davvero pochi amici.
Ecco perché.
Quel “Hanekawa Tsubasa” sarebbe stato il primo nome mai registrano nella mia rubrica.
“Ma che cavolo ha…?”
Il modo in cui si comporta—è oltre ogni mia comprensione.
Amici?
Amici, eh?
Posso davvero chiamarla così?
Inoltre, cosa direste di una ragazza di quell’età, che parla per la prima volta con un individuo di sesso maschile come me che al massimo conosce il suo nome e gli dà il suo numero di telefono così facilmente—ma forse, a dir la verità, sono io che sono rimasto indietro in questo genere di cose?
Non capisco.
Comunque—al di là del non capirla, c’era una cosa che avevo assimilato.
Hanekawa Tsubasa.
Una studentessa onoraria—una rappresentante di classe modello.
Lontana dall’avere una personalità raffinata—
“…è piuttosto grandiosa, eh?”
Una rappresentante di classe modello.
Hanekawa Tsubasa.
Aver avuto l’opportunità di passar vicino a una ragazza come lei appena dopo la cerimonia di chiusura, proprio poco dopo—sebbene dovessi ancora rendermi conto che le vacanze di primavera erano iniziate, che comunque, non è il punto focale di tutto ciò.
Forse era una specie di avvertimento.

Ma a quel tempo non l'avevo capito.



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Hanekawa e Araragi - Official Anime Art

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